lunedì 24 gennaio 2011

Recensione: The Thaw di Mark A. Lewis


The Thaw. Il disgelo. Già dal titolo è facile intuire lo spunto ambientalista che è la base (piuttosto traballante, a dir la verità) su cui si regge questo film uscito per il mercato DVD nel 2009. Diretta da Mark A. Lewis, la pellicola vede la presenza nel cast di un Val Kilmer pacioccone come non mai, e sembra impossibile si tratti dello stesso attore che in Heat – La sfida sparava come un dannato per le strade di Los Angeles. Ahimè, il tempo passa per tutti, e con Kilmer non è stato clemente.

Il film parte con una sfilza di riprese amatoriali sulla falsa riga di L’alba dei morti viventi di Snyder: veniamo informati attraverso spezzoni di telegiornale e interviste che il mondo è al collasso. Montate in maniera piuttosto intrigante, queste prime sequenze generano buone aspettative, che purtroppo verranno mantenute solo in parte.

Il difetto maggiore della pellicola è senza dubbio una trama scontata che nulla fa per sorprendere lo spettatore.
Il dottor Kruipen (Kilmer) e due colleghi ambientalisti rinvengono un (peluche di) mammut perfettamente conservato in un ghiacciaio semidisciolto dell’Alaska. Il reperto è infestato da voracissimi insetti preistorici che s’infilano sottopelle e si riproducono deponendo le loro uova all’interno dell’organismo umano. Scatta l’infezione. Nel frattempo, tre studenti di ecologia e la figlia del dottore si stanno recando sul posto, ignari di tutto…
Da questi pochi accenni, avrete già capito che i protagonisti si ritroveranno da lì a poco in una situazione di assedio a-là Carpenter, e cercheranno di scampare in tutti i modi al contagio del ributtante parassita, una sorta di vermetto dotato di zampe piuttosto resistente, veloce e affamato, mentre i rapporti all’interno del gruppo s’incrinano col passare delle ore e  la quarantena auto-imposta diventa necessaria per evitare un contagio planetario.

Anche i personaggi non brillano per intelligenza e originalità. I quattro giovini sono un inno alla stereotipazione: abbiamo la ragazza ribelle, il fighetto che sbiella e prende il comando fucile alla mano, la bona che finisce male e il timido-sfigato che in fondo non è poi tanto scemo come sembra. E si comportano esattamente come ci si aspetterebbe in un film horror, insomma, ma in qualche frangente paiono avere un minimo di lucidità in più rispetto alla maggior parte degli horror-teenagers moderni.
Kilmer invece si vede poco, ed è un bene, credetemi…

Nonostante queste pecche, il film ha un certo fascino, gli insetti realizzati in CGI sono repellenti al punto giusto e un’ora e mezza scorre senza troppi intoppi, anche grazie a una buona dose di effetti gore e a una sequenza centrale cruentissima, introdotta con macabra perizia. Per il sottoscritto questa scena è il vero punto cardine del film, e merita da sola la visione.
Anche il finale si pone sopra la media degli standard attuali, alzando parecchio il mio giudizio complessivo su  The Thaw, film buono per trascorrere una serata leggera in compagnia degli amici, popcorn e birra alla mano.

4 commenti:

  1. Sbaglio o una roba del genere la passano su Sky col titolo "La creatura dei ghiacci"?

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  2. Oh yes Glen, è proprio quello. "La creatura dei ghiacci" è l'ennesimo, tristissimo sottotitolo italiano. ;)

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  3. A me è piaciuto molto il prologo con camera a mano, poi più o meno le solite cose, non da sbadigli e palpebre calanti, ma comunque sto filmetto poteva essere molto molto più gustoso, dati gli elementi iniziali. :)

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  4. Concordo, i titoli di testa stile mockumentary sono ottimi. Dopo regna il braccio, e poco altro... ;)

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