venerdì 14 gennaio 2011

Circo Massimo 2011: Morituri te salutant!


Ci sono passato. L’anno scorso. E sono sopravvissuto.
Settimane di battaglie all’ultimo sangue e ore passate davanti al PC a fumare sigarette una dietro l’altra, incitando il mio gladiatore. Che ha mangiato polvere, assaggiato lame affilatissime e affrontato belve feroci. Ma ne è valsa la pena, perché grazie al mio racconto Sa Reina sono riuscito a restare in piedi, malconcio ma vivo, e a portarmi a casa il Premio Massimo (oltre a un bel gruzzoletto, che non fa mai male).

Esperienza unica, il Circo. Sia per le modalità del concorso, che prevede splendide animazioni .gif a rappresentare gli scontri tra gli autori, sia per la professionalità con cui viene portato avanti da Edizioni XII. Senza dubbio una delle migliori competizioni italiane per racconti di genere.

E vogliamo parlare del Premio Massimo, la ciliegina sulla torta? Una tavola in alluminio ispirata al racconto vincitore, realizzata dal duo artistico Diramazioni. Roba da mozzare il fiato. Qui potete dare un’occhiata alla splenderrima opera d’arte e leggere le mie impressioni sul suo arrivo a casa…

L’edizione 2011 prevede alcune novità; innanzitutto non avremo più le due sezioni degli anni passati, Fantastico e Fantascienza, ma le sezioni Eclissi (che include i generi Fantastico, Horror, Weird, Fantascienza, Fantasy) e Mezzanotte (per Thriller, Noir, Pulp, Azione, Avventura) che richiamano due importanti collane di Edizioni XII. Più generi, dunque. E più caratteri, perché il limite quest’anno passa da 20.000 a 30.000 battute.

Per tutti i dettagli sulle modalità di invio dei testi, sui premi e sulle quote d’iscrizione, fate riferimento al bando ufficiale del concorso. Avete tempo fino al 5 aprile per iscrivervi.

Chiudo dicendo che quest’anno passerò dall’altra parte della barricata: sarò infatti in giuria con Gabriele Lattanzio, Daniele Bonfanti, David Riva e Alberto Priora, vincitore della sezione Fantascienza 2010, con cui ho avuto l’onore di competere nello scontro finale.
Seguiremo il massacro dagli spalti, e sarà pollice verso per tutti.
Tranne che per uno.

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