mercoledì 7 aprile 2010

Deathwatch: la trincea del male

1917, Fronte Occidentale, Prima Guerra Mondiale. Nove soldati inglesi finiscono dietro le linee delle truppe tedesche. E’ un inferno. La piccola compagnia di disperati tenta una sortita e cerca di farsi strada attraverso il fuoco nemico.

La mattina otto di loro sono ancora in piedi; uno dei commilitoni è gravemente ferito. La squadra si ritrova a peregrinare nella campagna, circondata da una fitta nebbia che avvolge il mondo in un bozzolo lattescente.

Quando la stanchezza, il freddo e lo sconforto stanno per avere la meglio, s’imbattono in un’enorme trincea abbandonata, a difesa della quale rimangono pochi soldati tedeschi. Uno di loro viene fatto prigioniero.

I nove si rifugiano nel fossato e cominciano a esplorarlo; sembra di essere in una sorta di enorme labirinto e i budelli fangosi della linea di difesa sono pieni di cadaveri. Cadaveri ricoperti di fango e avvolti nel filo spinato, legati a dei pali come osceni spaventapasseri.

Qualcosa non va. Il prigioniero tedesco continua a ripetere alla compagnia inglese che in quel luogo abita il Male, che c’è qualcosa nella terra…

I soldati britannici capiranno presto che si sono lasciati alle spalle un nemico soltanto per incontrarne un altro, ben più temibile e spietato…


Deathwatch, film del 2003, è un prodotto piuttosto interessante, atipico, opera prima del promettente Michael J. Bassett (sì, il regista di Solomon Kane). In Italia il prodotto è stato distribuito solamente nel 2006 per il mercato dell’home video.

Ci troviamo di fronte a un horror di buona fattura, realizzato con pochi mezzi, ma di sicuro impatto emozionale e visivo. La vicenda soprannaturale, l’entità che abita la trincea e che comincia a mettere gli uni contro gli altri i nove soldati inglesi, non è che lo spunto per una profonda critica all’orrore e all’inutilità della guerra.

Bassett è bravo, su questo ci sono pochi dubbi. La sua abilità con la macchina da presa gli permette di creare un’ambientazione a dir poco claustrofobica, configurando la trincea come un universo a sé stante, un microcosmo battuto incessantemente dalla pioggia, pieno di topi, cadaveri mutilati e mostruosità assortite.

La precisa scelta di far recitare gli attori sotto l’acqua, i piedi immersi nel fango, nel freddo di un enorme set in Repubblica Ceca, mostra la volontà del regista di ricreare un’atmosfera più realistica possibile, di mostrarci quello che doveva essere l’inferno delle linee di trincerazione della Grande Guerra. Ed è proprio questo il punto di forza del lungometraggio, un’attenzione maniacale per le scenografie – sono stati ricostruiti oltre quattrocento metri di trincee e utilizzati 64.000 litri d’acqua al giorno per la pioggia artificiale. In alcune sequenze non si può fare a meno di pensare a quei poveretti mandati a morire al fronte. Alle sofferenze che hanno dovuto affrontare: la convivenza forzata in ambienti insalubri, le malattie, le infezioni, il gelo.

Altro valore aggiunto della pellicola è l’ottima prova del cast, che riesce a conferire notevole spessore ai personaggi e a rappresentare senza sbavature le tribolate relazioni psicologiche della truppa. Soprattutto quando la trincea maledetta inizia a farli impazzire e a scagliarli gli uni contro gli altri.

Gli attori sono molto convincenti, a partire dal giovane Jamie Bell, già visto in Billy Elliott, fino ad arrivare ad Andy Serkis (diventato famoso per aver creato i movimenti di Gollum ne Il Signore degli anelli davanti al Blue Screen.) In effetti Serkis ha una mimica davvero notevole, perfetta per interpretare il soldato Quinn, uno psicopatico che dalla guerra e dalla morte trae immenso piacere. Uno che se ne va in giro per la trincea con una mazza ferrata avvolto in un pelliccione, tanto per intenderci. C’è poi il soldato Tate, il “freddo” della situazione, e l’addetto radio della compagnia, un fanatico religioso che gioca un ruolo fondamentale nella storia. Il rischio di cadere nella stereotipazione è evidente, ma gli attori sono bravi nel dare quel qualcosa in più ai personaggi, evitando questo rischio.

Nonostante lo spunto iniziale davvero buono (film horror ambientati durante la guerra si contano sulle dita di una mano) e l’ottima prova dell’intero cast, Deathwatch non è un film esente da difetti. Il problema principale, ahimè, è proprio lo script. Qualche buco di troppo nella sceneggiatura (spesso si ha come l’impressione che lo sceneggiatore si sia ritrovato in seria difficoltà, non sapendo dove andare a parare) impedisce al film di elevarsi al di sopra della media. Il classico finale che insinua mille dubbi nello spettatore senza spiegare nulla non fa che affossare ulteriormente il voto finale. Nella Rete si sprecano le possibili interpretazioni e lo stesso regista non ha voluto rivelare quale tra queste sia corretta. A mio avviso c’è poco da interpretare, l’epilogo è un mezzo pasticcio nella sceneggiatura.

Certo, le valenze allegoriche del film sono palesi, ma il genius loci che abita la trincea e che fa scempio dei soldati avvolgendoli nel filo spinato o inghiottendoli nel sottosuolo rimane una presenza indefinita e inspiegata. Lo spettro della guerra, della stupidità umana, d’accordo, ma le ottime premesse iniziali paiono smontarsi in un finale frettoloso che lascia il tempo che trova.

Anche per quanto riguarda il ritmo abbiamo qualche problema: la prima metà del film è davvero troppo lenta, scappa qualche sbadiglio. La seconda accelera decisamente e la pellicola ne guadagna, procedendo senza troppi intoppi e regalandoci una buona escalation di tensione. Fino al deludente finale.

Ci sono un paio di scene davvero macabre e riuscite, una in particolare che ricorderò per un bel pezzo.

Vale la pena una visione, se non altro per le fantastiche ambientazioni e per l’idea di fondo che poteva essere sfruttata in modo migliore. Trovate il DVD su Ebay a nemmeno quattro euri, che, tutto sommato, sono ben spesi.

Un lavoro riuscito a metà, e adesso vedrò di procurarmi anche The Bunker, pellicola uscita all’incirca nello stesso periodo e che tratta un argomento simile.

Ah, un consiglio: guardate il film in lingua originale, il doppiaggio italiano è a dir poco penoso.

Buona visione!

2 commenti:

  1. io non riesco a scaricarlo ,the bunker ho gia comprato il dvd ed e n po monotono.

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  2. Bellissimo film, ottima trovata, forse il finale un po' scontato. Tutto sommato ben sopra la media per me!

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